Una volta pensavo che il mio frigorifero parlasse. Poi il pensiero, seppur accennato, è diventato realtà, perché sì, ora ne ho la certezza, il mio frigo, come tutti gli elettrodomestici, parla. Me ne sono accorta quando anch’io ho cominciato a parlare con lui: un giorno abbiamo intrapreso una conversazione, poi trasformatasi in vera e propria discussione, in quanto lui, carogna ingrata, sosteneva: a) che il peso di Morgan fosse eccessivo solo per il fatto che viene da lui “forzatamente” ospitato sotto forma di stampa sorretta da calamita a gatto; b) che la sua “musica” fosse difficilmente capibile per un elettrodomestico e così...
Dialogo
Il bambino con la cresta
Una decina d’anni fa incontro casualmente una coppia di amici che non vedevo da tempo. Per un motivo o per l’altro ci siamo persi di vista, ma incontrarli fa sempre piacere e riusciamo a condensare in pochi minuti il resoconto di mesi in sospeso. Io fresco genitore di un bimbo che ha iniziato l’avventura scolastica della materna, loro con un figlio ormai alle medie. Mi raccontano di un compagno di classe di Marco che frequenta i concerti punk e sfoggia un mohicano da vero punk con tanto di catena e lucchetto al collo. La paternità non mi concede più il tempo necessario per andare ai concerti come una volta e non so chi possa essere...
15 agosto 1979
Non ricordo che giorno fosse il 15 agosto del 1979, né che tempo c’era e se il caldo fosse stato clemente con noi popolo della buca padana. Non ricordo se avevo passato la giornata a casa o da qualche parte, ma sicuramente avevo passato il tempo a giocare. Avrei compiuto otto anni meno di un mese dopo e a quell’età, durante le vacanze estive, si passa la giornata a giocare. Ma ricordo bene che cosa successe nei giorni a venire. Non esistevano i cellulari: il telefono di casa, un enorme aggeggio della sip grigio, suonava in continuazione e quando non suonava, era perché mia mamma stava telefonando a qualcuno. Non esistevano le chat...
Quel rossetto sbavato
Merda merda merda! Stamattina, quando il telefono è squillato e il display diceva Pizza, mai e poi mai mi sarei aspettato quello che mi ha detto. Il tono della voce lasciava trasparire che non era una telefonata allegra e le sue prime parole sono state schiaffi sulla faccia perché erano il preludio alla triste notizia. Il tuo nome, stamane, è stato una testata sul naso: quel «Lele è morto» uscito dalla sua bocca è stato un macigno che mi è crollato addosso. Una cosa, ho capito: che tu e Pizza non eravate soltanto intimi amici, ma eravate fratelli. Te ne sei andato a modo tuo, in silenzio, probabilmente con il sorriso sulle labbra...
Il tennis
Il tennis non mi è mai piaciuto e non mi piace tuttora: lo ritengo noioso da vedere e non mi ci sono mai applicato nel giocarlo, anche se detengo l’invidiabile record di due vittorie su due partite disputate. Da ragazzini, dei miei soci ci giocavano regolarmente e, quando facevano il doppio, mi chiamavano per fare il quarto. Mi prestavano la racchetta e giocavo, anzi, facevo presenza in campo in coppia con Dario, che, in entrambe le occasioni, batté l’altra coppia. Non sono così fuori dal mondo da non conoscerne due regole e i nomi dei campioni a cavallo tra anni Settanta e Ottanta, quando ero un ragazzino e l’offerta televisiva...
New Dinamo
Non era «il nome di un detersivo», come dichiarò Giampi quando lo sentì nominare, né del team protagonista di un cartone animato giapponese degli anni Ottanta, ma il nome di una squadra di calcio cremonese di inizio anni Novanta. La New Dinamo Zaist. Non voglio narrarvi le gesta sportive di questa compagine, ma la sua genesi: una squadra nata per caso su un campetto di periferia, di cui ignoro la storia dopo il 1994. Nell’autunno del 1991 due diverse compagnie dello Zaist cominciarono a passare il sabato pomeriggio prendendo a calci un pallone sul campo da calcio dell’oratorio. Quattro o cinque per parte, uno a turno in porta e gli...
Il sottopasso
Dal quartiere potevi uscire in tre modi: entrando in tangenziale e, da lì, circumnavigando la città a piacimento; rischiando di attraversare il passaggio a livello, sempre con l’incognita di trovarlo chiuso, dovendo attendere lo sferragliare del treno; o facendo il sottopasso che collega la ciclabile – che scorre tra i palazzi e la ferrovia – a una delle maggiori arterie d’accesso alla città. Non era soltanto un comodo passaggio per raggiungere la città, evitando le interminabili code al passaggio a livello, ma era anche un luogo di ritrovo. Era ciclabile e non erano molti gli audaci eroi che lo usavano: meglio dieci minuti in coda...
Sogno punk di una notte di mezza estate
«Fanculo qualsiasi tecnica, ciò che importa è l’anima di chi suona e non la qualità dello strumento». Era questa la frase che continuavano a ripetersi i quattro amici nelle interminabili ore passate sulla panchina del parchetto. La loro, quella segnata dalle scritte e dai loghi di tutti i gruppi che ascoltavano. Era dietro una siepe e questo le donava una certa privacy, indispensabile per fumarsi una canna in santa pace, lontani da occhi indiscreti. Filosofia punk, berretti girati, skate, camicie a scacchi, anfibi, birra e canne per adolescenti ormonali in cerca di futuro con l’incubo del cantiere o della fabbrica dopo il diploma...
Il Palio di novembre
Non tutti sanno che nel 1997 a Siena si corse un Palio straordinario. Infatti il 9 novembre del suddetto anno una decina di baldi giovani si sfidarono a Piazza del Campo per aggiudicarselo. Di quella tenzone purtroppo non esistono immagini, YouTube non esisteva, i telefonini servivano solo per telefonare ed erano molto rari. Il tutto nacque per caso, fu un attimo una mezza parola una battuta un accenno di sfida. D’altronde, «Che cos’è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d’esecuzione». Un branco di debosciati che dovevano smaltire i postumi di una levataccia domenicale, post-bagordi del sacro sabato sera, iniziata...
Meda non esiste
La stagione 2002/03 vede la gloriosa Unione Sportiva Cremonese affrontare il terzo campionato di Serie C2. La rovinosa discesa negli inferi del calcio semiprofessionistico italiano non è diventata una toccata e fuga, non è stato un salto nel vuoto per toccare il fondo e risalire, ma sta rischiando di diventare un doppio fondo. Si pensava che una società con un certo blasone sarebbe immediatamente risalita verso un calcio meno umiliante, e invece si è impantanata nel fango dei campi sportivi comunali. Ma tutto ciò non scalfisce l’indomabile fede del popolo grigiorosso che ogni anno si ripresenta sugli spalti per sostenere la...