La pubblicazione collettiva di Cremonapalloza

CategoriaRacconti

Del sorriso di Gianluca Vialli

D

E così, nell’avventura favolosa della tua vita, non sei stato neppure Tu, fino alla fine, quello sempre e solo fortunato. Colpito dal male più oscuro nell’imprevedibile imperfezione della natura di ogni corpo umano, torturato per anni in una devastante consumazione di quel fisico scolpito elegante potente, da ultimo sopraffatto proprio nel tempo della piena maturità dell’esistenza e condannato a un destino ingiusto quanto inesorabile. Chi l’avrebbe mai immaginato, questo maledetto finale prematuro, quando da ragazzini ci siamo incontrati, attraversando non facilmente, diversi ma insieme, un tratto della nostra adolescenza, nel...

Un ragazzo dagli occhi bianchi

U

Devo proprio raccontare questa cosa. Facevano il banchetto, i Morandi. Ogni terza domenica del mese, al mattino, dopo la messa. Mettevano giù una tovaglia per terra, sopra una specie di montagnola fatta di asfalto e di sassi catramati rimasti lì dai lavori dei garage. L’aveva sollevata d’estate la ruspa, quella piccola, quella manovrata dal signore con la pancia sempre fuori dalla canottiera. Una volta lo abbiamo visto che beveva un bicchiere di vino rosso con la schiuma rosa sul balcone della signora Disingrini, la donna senza marito del secondo piano. Si parlavano vicini vicini, così vicini che non abbiamo capito come facesse lei...

Entusiasmo

E

Era un classico sabato sera invernale di provincia con un cazzo da fare, ma migliaia di giovani si stavano preparando per viverlo. Una settimana sui banchi di scuola o al lavoro doveva essere lasciata alle spalle con una serata da leoni, giocandosi alla roulette russa delle strade provinciali la foto in prima pagina sul quotidiano locale dopo lo schianto contro un platano o un muretto. Cenò con i genitori e poi andò a prepararsi per uscire, anche lui. Sapeva che sarebbe stata la solita noiosissima serata spesa invano alla ricerca di qualcosa di indefinito. Pensò di stare in casa, rovistò tra i vinili ma nessuno di loro lo attirò...

Dialogo

D

Una volta pensavo che il mio frigorifero parlasse. Poi il pensiero, seppur accennato, è diventato realtà, perché sì, ora ne ho la certezza, il mio frigo, come tutti gli elettrodomestici, parla. Me ne sono accorta quando anch’io ho cominciato a parlare con lui: un giorno abbiamo intrapreso una conversazione, poi trasformatasi in vera e propria discussione, in quanto lui, carogna ingrata, sosteneva: a) che il peso di Morgan fosse eccessivo solo per il fatto che viene da lui “forzatamente” ospitato sotto forma di stampa sorretta da calamita a gatto; b) che la sua “musica” fosse difficilmente capibile per un elettrodomestico e così...

Sogno punk di una notte di mezza estate

S

«Fanculo qualsiasi tecnica, ciò che importa è l’anima di chi suona e non la qualità dello strumento». Era questa la frase che continuavano a ripetersi i quattro amici nelle interminabili ore passate sulla panchina del parchetto. La loro, quella segnata dalle scritte e dai loghi di tutti i gruppi che ascoltavano. Era dietro una siepe e questo le donava una certa privacy, indispensabile per fumarsi una canna in santa pace, lontani da occhi indiscreti. Filosofia punk, berretti girati, skate, camicie a scacchi, anfibi, birra e canne per adolescenti ormonali in cerca di futuro con l’incubo del cantiere o della fabbrica dopo il diploma...

Rachmaninov al secondo piano

R

Primo piano: Catelli Secondo piano: Favini-Gaetano Terzo piano: Delmolino Quarto piano: Nardi 8:00 Balconi esterni sul retro del caseggiato Ghisleri, terza palazzina, scala B. Una colonna di piattaforme scrostate e impilate una sopra l’altra. Unici segnali di vita, il verde dei gerani alla ringhiera della vedova e il rumore della ventola del condizionatore al sesto piano, i signori Barignano. Anche le gocce di condensa, che dai tubi di scarico di quel mostro anteguerra scivolano sotto, sul balcone del quinto, emettono un tonfo che rimbomba. Un’eco rivelatrice. Il cielo su Cremona è un manto luminoso e privo di nubi e Favini è...

Ablish Chablis #2. Carte

A

Il mago è comodamente seduto su una delle poltrone del locale, davanti ha un bicchiere di grog e le sue cinque carte, è indeciso su quale usare, ma sa che la sua scelta sarà poco influente sul risultato complessivo. Scoprirà se è stata la carta giusta solo a notte inoltrata, quando si alzerà dalla poltrona, un po’ più felice o un po’ più triste. Quindi ne sceglie due, appoggia la prima sul tavolo e prepara la seconda, che giocherà appena dopo, guarda le facce degli altri partecipanti per avere un riscontro dalle loro espressioni, ma non riesce a cogliere nessuna emozione, tutti i maghi sono poco decifrabili. Nell’attesa della sua...

Ablish Chablis #1. Passeggiata

A

Marco e il mago stanno passeggiando per strada, sanno che tra poco dovranno tornare sui loro passi e incamminarsi verso le proprie case. Marco prenderà la scalinata che porta al piazzale sottostante e da lì camminerà fino alla piccola casetta rossa a fianco della tabaccheria; al mago invece basteranno tre passi per arrivare davanti al suo portone, appoggerà la sua borsa, cercherà nella tunica le chiavi di casa e in pochi minuti sarà seduto sulla sua poltrona per sistemare borsa, scarpe e cappello. Ma non è ancora il momento. Sono passati giorni da quando si sono visti l’ultima volta e Marco ha ancora tanto da raccontare, del suo...

Incipit. Anno 2018

I

È vero. Sono io che parlo con Hermes attraverso le sue applicazioni scrupolosamente scaricate sul cellulare. È vero. Sono io che gli dico dove c’è neve, quando è meglio stare in casa, quando Veronica è in ovulazione per cui “attento al merlo”; se c’è chi sta importunando la gatta, se in rifugio ci sarà il gulasch per cui è consono tenersi la voglia oppure muoverla altrove. È vero. Antonella lo sostiene ironica, ma è vero. Sono io che parlo a Hermes, perché Hermes mi piace molto. Combatte la frustrazione di una vita greve, nella quale per la maggior parte del tempo sente il peso e vorrebbe scuoiarsi rivestendosi di altra pelle...

Incipit. Anno 2017

I

Appollaiato sulla pala del ventilatore lampadario, gli piaceva guardarmi nei diversi abbracci che mi decidevo di assecondare. Se avesse avuto la capacità poi di descriverli, di estrarre taccuino e penna, ieri sera avrebbe parlato di una danza quasi sincrona nell’allontanarsi di due persone distese a letto insieme, trovatesi lì quasi per caso, per una volontà che a guardarci bene, neppure si vede. Guardiamo un film? Volentieri. Ma facciamolo a letto… Tu sei lungo di gambe, il divano è proporzionato a gambe corte femminili. Lui che si spaventa e io che lo rassicuro dicendogli che non lo voglio scopare, o almeno non adesso, che...

La pubblicazione collettiva di Cremonapalloza

Daniele Conca

non c'è spazio a sufficienza per scrivere tutto.

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al momento, nulla.

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