La pubblicazione collettiva di Cremonapalloza

FirmaGrego

Nato a Cremona. Ascolta musica che produce rumore e genera emozioni. Tifa Cremonese.

Entusiasmo

E

Era un classico sabato sera invernale di provincia con un cazzo da fare, ma migliaia di giovani si stavano preparando per viverlo. Una settimana sui banchi di scuola o al lavoro doveva essere lasciata alle spalle con una serata da leoni, giocandosi alla roulette russa delle strade provinciali la foto in prima pagina sul quotidiano locale dopo lo schianto contro un platano o un muretto. Cenò con i genitori e poi andò a prepararsi per uscire, anche lui. Sapeva che sarebbe stata la solita noiosissima serata spesa invano alla ricerca di qualcosa di indefinito. Pensò di stare in casa, rovistò tra i vinili ma nessuno di loro lo attirò...

Il derby

I

Stava partendo, il treno che ci avrebbe portato al derby stava partendo. La metà dei presenti non era ancora nata quando si era giocato l’ultimo, e l’altra metà era troppo piccola fin per farsi le seghe. Qualche vecchio che ha fatto il derby c’è, la maggior parte di loro non viene più. Non si sono mai abituati al nuovo modo di andare allo stadio e si vedono raramente sui gradoni, ma l’odio verso i cugini l’han tenuto vivo, tramandandolo alle nuove generazioni. Troppa merda per noi negli ultimi vent’anni. Troppa gloria per loro negli ultimi vent’anni. Siamo carichi e sappiamo che anche loro lo sono, ce l’han fatto capire un paio di...

Il bambino con la cresta

I

Una decina d’anni fa incontro casualmente una coppia di amici che non vedevo da tempo. Per un motivo o per l’altro ci siamo persi di vista, ma incontrarli fa sempre piacere e riusciamo a condensare in pochi minuti il resoconto di mesi in sospeso. Io fresco genitore di un bimbo che ha iniziato l’avventura scolastica della materna, loro con un figlio ormai alle medie. Mi raccontano di un compagno di classe di Marco che frequenta i concerti punk e sfoggia un mohicano da vero punk con tanto di catena e lucchetto al collo. La paternità non mi concede più il tempo necessario per andare ai concerti come una volta e non so chi possa essere...

15 agosto 1979

1

Non ricordo che giorno fosse il 15 agosto del 1979, né che tempo c’era e se il caldo fosse stato clemente con noi popolo della buca padana. Non ricordo se avevo passato la giornata a casa o da qualche parte, ma sicuramente avevo passato il tempo a giocare. Avrei compiuto otto anni meno di un mese dopo e a quell’età, durante le vacanze estive, si passa la giornata a giocare. Ma ricordo bene che cosa successe nei giorni a venire. Non esistevano i cellulari: il telefono di casa, un enorme aggeggio della sip grigio, suonava in continuazione e quando non suonava, era perché mia mamma stava telefonando a qualcuno. Non esistevano le chat...

Quel rossetto sbavato

Q

Merda merda merda! Stamattina, quando il telefono è squillato e il display diceva Pizza, mai e poi mai mi sarei aspettato quello che mi ha detto. Il tono della voce lasciava trasparire che non era una telefonata allegra e le sue prime parole sono state schiaffi sulla faccia perché erano il preludio alla triste notizia. Il tuo nome, stamane, è stato una testata sul naso: quel «Lele è morto» uscito dalla sua bocca è stato un macigno che mi è crollato addosso. Una cosa, ho capito: che tu e Pizza non eravate soltanto intimi amici, ma eravate fratelli. Te ne sei andato a modo tuo, in silenzio, probabilmente con il sorriso sulle labbra...

Il tennis

I

Il tennis non mi è mai piaciuto e non mi piace tuttora: lo ritengo noioso da vedere e non mi ci sono mai applicato nel giocarlo, anche se detengo l’invidiabile record di due vittorie su due partite disputate. Da ragazzini, dei miei soci ci giocavano regolarmente e, quando facevano il doppio, mi chiamavano per fare il quarto. Mi prestavano la racchetta e giocavo, anzi, facevo presenza in campo in coppia con Dario, che, in entrambe le occasioni, batté l’altra coppia. Non sono così fuori dal mondo da non conoscerne due regole e i nomi dei campioni a cavallo tra anni Settanta e Ottanta, quando ero un ragazzino e l’offerta televisiva...

New Dinamo

N

Non era «il nome di un detersivo», come dichiarò Giampi quando lo sentì nominare, né del team protagonista di un cartone animato giapponese degli anni Ottanta, ma il nome di una squadra di calcio cremonese di inizio anni Novanta. La New Dinamo Zaist. Non voglio narrarvi le gesta sportive di questa compagine, ma la sua genesi: una squadra nata per caso su un campetto di periferia, di cui ignoro la storia dopo il 1994. Nell’autunno del 1991 due diverse compagnie dello Zaist cominciarono a passare il sabato pomeriggio prendendo a calci un pallone sul campo da calcio dell’oratorio. Quattro o cinque per parte, uno a turno in porta e gli...

Il sottopasso

I

Dal quartiere potevi uscire in tre modi: entrando in tangenziale e, da lì, circumnavigando la città a piacimento; rischiando di attraversare il passaggio a livello, sempre con l’incognita di trovarlo chiuso, dovendo attendere lo sferragliare del treno; o facendo il sottopasso che collega la ciclabile – che scorre tra i palazzi e la ferrovia – a una delle maggiori arterie d’accesso alla città. Non era soltanto un comodo passaggio per raggiungere la città, evitando le interminabili code al passaggio a livello, ma era anche un luogo di ritrovo. Era ciclabile e non erano molti gli audaci eroi che lo usavano: meglio dieci minuti in coda...

Sogno punk di una notte di mezza estate

S

«Fanculo qualsiasi tecnica, ciò che importa è l’anima di chi suona e non la qualità dello strumento». Era questa la frase che continuavano a ripetersi i quattro amici nelle interminabili ore passate sulla panchina del parchetto. La loro, quella segnata dalle scritte e dai loghi di tutti i gruppi che ascoltavano. Era dietro una siepe e questo le donava una certa privacy, indispensabile per fumarsi una canna in santa pace, lontani da occhi indiscreti. Filosofia punk, berretti girati, skate, camicie a scacchi, anfibi, birra e canne per adolescenti ormonali in cerca di futuro con l’incubo del cantiere o della fabbrica dopo il diploma...

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