Cremona, negli anni Ottanta, era una città metal.
Si ascoltava metal, i gruppi locali (salvo qualche eccezione) suonavano metal e nei due negozi di dischi trovavi quasi solo quella musica.
La musica era potente, veloce ed energica ma non capivo i testi, perché non conoscevo granché l’inglese e non comprendevo tutto questo interesse per maghi, mummie, faraoni, streghe, folletti e diavoli vari.
Iniziai a ordinare dischi per corrispondenza e mi consigliarono i Negazione, gruppo hardcore torinese. Una botta pazzesca.
Comprendevo e condividevo i testi e la musica mi strapiaceva.
Veloce, diretta e diversa dal solito.
Mi confrontavo con chi mi stava vicino e mi rendevo conto di non essere come loro e la mia situazione si rispecchiava nei loro testi.
Ho scelto la sconfitta e non ho mai chiesto di sprecare sorrisi per me, ho preferito sbattere la mia testa contro un muro che riempirla di merda.
Ho sbagliato ma chi sarà mai l’eroe del giusto essendo una piccola minaccia in un tempo sbagliato convinto che i beati non conoscono il buio ritrovandomi a raccontare il senso di una vita perché lo spirito continua e potremo davvero essere vecchi e forti.
pubblicato su Alias, supplemento a Il Manifesto, 01/12/2012