Procedimento inverso: serie tv, libro, fumetto (e forse un film?). Alquanto differenti i risultati. Cominciamo col dire che è molto difficile sapere della serie tv (almeno qui in Italia), realizzata per la BBC nel 1996, e partiamo col libro che un grazioso sconto ci consente (consentiva, ora non più). Bella storia, narrata bene e fantasiosa (sussisteva qualche dubbio al riguardo?) su un’ipotetica «Londra di Sotto», dove, in un misto di storia e magia, vivono una serie di personaggi invisibili (sarebbe più corretto dire «ignorati») con i quali entra in contatto il giovane «che lavora nella sicurezza» Richard Mayhew, nell’atto di aiutare la giovane Lady Porta a fuggire dagli assassini che la cercano. Alti e bassi, però, nel fluire del racconto: alcuni capitoli sono veramente convincenti, mentre altri sembrano così di passaggio che non si vede l’ora di terminarli. In ogni caso, per l’ennesima volta, Neil Gaiman dà un esemplare sfoggio di fantasia nel creare un ulteriore mondo oltre agli innumerevoli già sfornati, la cui forza non pesa sulla spettacolarità, i colpi di scena (prevedibili) o gli intrecciatissement.
Si diceva quanto fosse difficoltoso reperire la versione fiction di Nessun dove. Per chi fosse interessato, è possibile ottenere informazioni al riguardo cercando il titolo originale, Neverwhere: la serie risulta trasmessa nel lontano 1996 su un canale della BBC. Tale prodotto è immediatamente caratterizzato da due peculiarità:
• probabilmente è la serie a più basso budget che abbia mai visto (coadiuvata da una qualità vhs in scadenza);
• il libro che ne deriva non modifica la storia o i dialoghi e, a esclusione del Marchese di Carabas e di Hunter, le caratterizzazioni dei personaggi sono sostanzialmente identiche.
Per contro, ascoltare i dialoghi in inglese migliora nettamente l’idea che ci si è fatti dei personaggi, insinuando qualche interrogativo su una traduzione italiana che non rende. La serie ricorda alcuni vecchi telefilm, a metà tra fantascienza e horror, dai titoli ormai dimenticati. Geniali i personaggi (e direi gli attori) nei casi di Mr. Croup e Mr. Vandemar, buoni tutti gli altri e mediocri Hunter (a cui il libro dona anche maggior spessore) e il Marchese di Carabas. Purtroppo, l’impatto e la crudezza di alcuni paragrafi viene sminuita dalla pochezza tecnica a disposizione della rappresentazione televisiva, dando un risultato ingenuo, che probabilmente permette una visione aperta a tutti.
Consigliato ai cultori del genere e di Gaiman in generale.