Merda merda merda!
Stamattina, quando il telefono è squillato e il display diceva Pizza, mai e poi mai mi sarei aspettato quello che mi ha detto.
Il tono della voce lasciava trasparire che non era una telefonata allegra e le sue prime parole sono state schiaffi sulla faccia perché erano il preludio alla triste notizia.
Il tuo nome, stamane, è stato una testata sul naso: quel «Lele è morto» uscito dalla sua bocca è stato un macigno che mi è crollato addosso.
Una cosa, ho capito: che tu e Pizza non eravate soltanto intimi amici, ma eravate fratelli.
Te ne sei andato a modo tuo, in silenzio, probabilmente con il sorriso sulle labbra.
Sto pensando che, da quando ci conosciamo, non ti ho mai visto con il broncio: avevi sempre quel tuo tipico sorriso, come quella sera di trent’anni fa, quando ci siamo incrociati in una delle discoteche che quelli come noi frequentavano.
Non roba da hit del momento, mi ricordo che eri vestito come Robert Smith dei Cure, con i capelli sparati al cielo e quel tocco di rossetto sbavato sulle labbra.
Ci vedevamo in quei posti e allo stadio, al seguito della Cremo.
Non ricordo esattamente il giorno e il posto in cui ci siamo conosciuti, ma probabilmente non è mai successo: ci si vedeva in giro e non era necessario presentarsi ufficialmente.
Quante notti brave in giro per la bassa e quanti chilometri al fianco dei grigiorossi, spesso dopo poche ore di sonno o forse manco quelle.
Quante birre bevute insieme e quanto ballare, tifare, cantare e far cazzate. Come quella volta, tornando da Perugia dopo lo spareggio con il Livorno, quando siamo entrati in Autogrill facendo il trenino a torso nudo con le sciarpe legate sul petto, come fossero reggiseni.
O al Condor, a Modena, quando Morris, Delfus, Mutina e gli altri gialloblu accoglievano il nostro ingresso bisbigliando tra loro «Ci sono i cremonesi».
Domani ci troveremo per salutarti e sarà triste, ma sono convinto che ognuno di noi ricorderà un momento felice passato insieme a te e dentro di noi canteremo:
«A gnom da la bàsa, as piàs tant al vèn, li cani, la Cremo e pucià al bascùten, siam la Baraonda, Cremonese nel cuor, non sarai mai sola, per sempre con te».
3 agosto 2020